Una folla immensa, proveniente dai quattro angoli della terra, è confluita tra le braccia spalancate di Piazza San Pietro, anonima, fluttuante, a volte confusa, multilingue e multicolore. Poi, dopo ore di attesa, all’improvviso, dopo un segno di croce tracciato su ognuno di noi contemporaneamente, questa folla diventa un corpo di fratelli e sorelle che ascoltano la stessa Parola. E’ il Mistero della liturgia: Uno, a nome di tutti, ci invita a prendere nuovamente coscienza che la fonte del nostro essere insieme qui e ora è Dio.
E così è, ed eccoci qui, ad iniziare una liturgia che abbraccia il mondo intero e ci chiama a rendere grazie per questo immenso dono che è la nostra chiamata da parte del Signore. È un invito a gioire della lenta ma sicura trasformazione che Egli sta operando in noi, per renderci sempre più simili a Lui, che è la nostra Speranza.
Che gioia essere parte di questo Corpo. Che gioia sentire il Papa correggersi nel suo discorso: “Voi consacrati, anzi noi consacrati”. Che gioia vedere il Papa passare vicinissimo a noi, guardarci negli occhi, che gioia vivere tutto questo come provincia!
Attraversare una porta, ricevere il sacramento della riconciliazione, vivere l’Eucaristia: tutte cose molto ordinarie, eppure, come ci ha ricordato il Papa, è nelle cose ordinarie che si raggiunge la santità. È lì che si vive la speranza e si aprono strade di pace. Nel mondo grandioso di Roma, questi gesti umili colpiscono ancora di più. Eppure, ne sono certa, è qui che il Regno sta crescendo.
In ogni caso, sono tornata da Roma con un appello: “Diventate affamati di santità”, di quella santità dell’ordinario che permette allo Spirito Santo di manifestarsi in parole e atteggiamenti che aprono il dialogo, in un ascolto che percepisce i movimenti dello Spirito, in quella dinamica che permette a tutti di dare il meglio di sé al servizio dell’avvento del Regno di Dio.
Suor Anne





